GDPR & Italia, come va?

A distanza di otto mesi dall’entrata in vigore del General Data Protection Regulation (GDPR), l’agenzia di consulenza legale DLA Piper ha prodotto un report che analizza l’impatto della normativa sugli stati dell’Unione Europea.

Tabella dei Contenuti

A distanza di otto mesi dall’entrata in vigore del General Data Protection Regulation (GDPR), l’agenzia di consulenza legale DLA Piper ha prodotto un report che analizza l’impatto della normativa sugli stati dell’Unione Europea.

L’Italia risulta essere, in assoluto, tra le nazioni con meno casi denunciati alle autorità competenti. Un dato positivo? Solo in apparenza…

 

La premessa

Prima di ogni altra considerazione, ricapitoliamo brevemente lo stato dell’arte del GDPR, che a partire dallo scorso 25 maggio 2018 – data in cui è divenuto operativo, ha letteralmente rivoluzionato su scala globale le metodologie di gestione della privacy:

  1. Prima di tutto, qualsiasi perdita di dati che possa arrecare danno a privati deve essere notificata al DPA.

  2. Inoltre, qualora il danneggiamento potenziale sia particolarmente grave, i soggetti interessati devono essere notificati personalmente entro e non oltre le 72 ore, a partire dal momento in cui l’organizzazione è venuta effettivamente a conoscenza dell’attacco.

Chiariti i punti cardine della normativa, procediamo ora nel merito del report.

I Dati

Il resoconto di DLA Piper, diramato i primi di febbraio, si sofferma esattamente sugli aspetti della normativa europea che abbiamo appena evidenziato, enumerando sia i data breach emersi al 28 gennaio 2019 (nel quale si celebra l’Iinternational Data Protection Day), nonché l’ammontare pecuniario delle multe emesse in caso di infrazione del regolamento. Nell’arco degli otto mesi presi in analisi, nel continente Europeo sono stati denunciati circa 59000 data breach: si va da eventi di piccola entità, come può essere l’accidentale invio di email confidenziali a destinatari errati, fino all’esfiltrazione di dati ospitati da grosse multinazionali che hanno di conseguenza impattato milioni di utenze.

Tra le nazioni più colpite in assoluto figurano i Paesi Bassi (15400 violazioni), la Germania (12600) e l’Inghilterra (10600); le meno bersagliate sono il Liechtenstein (15), l’Islanda (25) e Cipro (35). Escluse dal computo sono invece Slovacchia, Bulgaria, Croazia, Estonia e Lituania che non hanno fornito dati disponibili pubblicamente. Ecco il grafico completo:

gdpr statistica | GDPR & Italia, come va?

Ma il dato veramente interessante e che (nostro malgrado) ci vede protagonisti, è quello relativo alla classifica che rapporta il numero di data breach alla popolazione di ciascuna nazione.

Come visibile nel grafico sottostante, i Paesi Bassi continuano a svettare in questa classifica di trasparenza, a seguire Irlanda e Danimarca. Inghilterra e Germania si posizionano pressappoco a metà, rispettivamente alla decima e undicesima posizione, mentre la Francia è solo ventunesima. Penultima è proprio l’Italia, con meno di una violazione segnalata all’ente preposto ogni centomila abitanti, per un totale complessivo di sole 610 notificazioni al Garante per la Privacy (per comparazione, nei Paesi Bassi ne sono state rese pubbliche 90, a parità di campione demografico).

gdpr grafico | GDPR & Italia, come va?

Considerazioni

Citiamo testualmente dal report la riflessione dell’agenzia:

Finora l’Italia ha avuto poche segnalazioni di violazioni di dati personali in relazione alla sua numerosa popolazione, il che dimostra che la cultura e la pratica delle denunce varia significativamente tra gli stati membri.

Quello che sulle prime sembrerebbe un risultato lusinghiero per il Belpaese, rende chiaro in realtà come le aziende italiane fatichino a digerire la nuova normativa europea.

Ma attenzione in ogni caso a non cadere in inganno, sottovalutando le ripercussioni: le autorità sovrintendenti sono certamente ancora in fase di assestamento ed è altrettanto vero che le sanzioni disposte sino ad oggi siano state irrisorie (escludendo l’eccezionale sentenza multimiliardaria ai danni di Google), ciononostante la situazione è in piena evoluzione e si prevede che già nel 2019 le pene cresceranno sia per frequenza che per entità, man mano verrà smaltita la massa critica di pratiche giunte nel corso del primo anno.

 

Fonte: DLA Piper Data Brech Survey

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Se ti è piaciuto condividici sui tuoi social preferiti :

Iscriviti alla newsletter

Articoli correlati

🚀 Iperammortamento 2026: Arrivano gli Incentivi Super-Potenziati per gli Investimenti 4.0

Il nuovo Iperammortamento 2026 sostituisce i piani Transizione 4.0 e 5.0 con un sistema di incentivi fiscali più generoso. Le imprese possono ottenere maggiorazioni di ammortamento fino al 180% per investimenti in beni strumentali 4.0, che salgono al 220% se si raggiungono obiettivi di efficientamento energetico (3% su struttura o 5% su processi). Il meccanismo prevede tre fasce di investimento fino a 20 milioni di euro, con aliquote decrescenti. Novità importante: sono inclusi fotovoltaico, sistemi di accumulo e software. Due scorciatoie per il bonus green: sostituzione di beni ammortizzati da 24 mesi o progetti con ESCo. La misura vale solo per il 2026, con consegne possibili fino a giugno 2027. Gestione affidata al GSE. Criticità: durata annuale, mancanza decreto attuativo, assenza vincolo “made in Europe”.

Read More
Illustrazione di un uomo d'affari che osserva un percorso di finanziamenti (simboleggiato da monete e simboli di valuta) che conduce verso un'azienda manifatturiera moderna e digitalizzata, rappresentando i bandi e gli incentivi per la digitalizzazione delle PMI.

Bandi e incentivi 2025 per la digitalizzazione delle PMI manifatturiere

Nel 2025, la digitalizzazione delle PMI manifatturiere è sostenuta da numerosi bandi e incentivi. Questo articolo analizza i principali strumenti, come il Credito d’imposta Transizione 5.0, i Voucher regionali e il Bando ISI INAIL. Sfruttare queste opportunità permette di finanziare l’acquisto di software gestionali e soluzioni Industria 4.0 a costi drasticamente ridotti. Investire oggi in queste tecnologie significa aumentare la produttività, ridurre gli sprechi e ottenere un vantaggio competitivo duraturo. Non è solo un costo, ma un investimento strategico per la crescita. SIVAF offre consulenza gratuita per navigare tra i bandi e scegliere la soluzione giusta per la tua azienda.

Read More
Contrasto visivo tra un ufficio disorganizzato con un computer obsoleto e un'interfaccia moderna di un software gestionale per PMI.

Quanto costa NON avere un software gestionale in azienda: una verità che le PMI devono conoscere

Quanto costa NON avere un software gestionale in azienda
Molte PMI vedono il software gestionale come un costo da rimandare, ma la realtà è che la non digitalizzazione costa molto di più, ogni singolo giorno. Errori, inefficienze e opportunità mancate drenano risorse e riducono la competitività.

Ecco i 5 costi nascosti e perché investire in un sistema moderno è la scelta più conveniente.

Non avere un software gestionale non ti fa risparmiare, ma ti costa ogni giorno. Un gestionale moderno ti permette di ridurre sprechi, crescere senza limiti e prendere decisioni basate su dati reali. La vera domanda è: quanto stai già perdendo oggi senza un gestionale?

Read More

Dazi USA-CINA 2025

Dazi USA-Cina 2025: l’occasione per l’industria italiana di espandersi verso l’Oriente

Il nuovo scenario dei dazi del 2025, con tariffe generalizzate al 10% e misure specifiche (fino al 125% sulle merci cinesi), sta ridefinendo i flussi commerciali globali. Mentre le tensioni USA-Cina generano incertezza, si aprono notevoli opportunità per il Made in Italy nei mercati emergenti:

• Nuovi mercati in ascesa: Vietnam, India, Indonesia, Corea del Sud e Malesia offrono contesti dinamici e una crescente domanda di qualità e innovazione.
• Digitalizzazione strategica: Standardizzazione, documentazione automatica multilingua, interfacce intuitive e assistenza remota abbattono le barriere di lingua e cultura.
• SIVAF come partner chiave: Offriamo consulenza, analisi di mercato e strategie digitali per facilitare l’ingresso nei mercati internazionali.

Il momento è quello di ripensare il posizionamento globale e sfruttare la rivoluzione digitale per superare le sfide del commercio globale. Scopri come SIVAF può guidare la tua impresa verso nuovi orizzonti.

Read More